Servizio Civile, una sfida per il futuro e un antidoto contro il populismo.
Sono queste le parole che hanno accompagnato la presentazione dell’VIII Rapporto annuale dell’ArciServizioCivile, i cui dati sono stati illustrati ieri, 20 giugno, presso il centro congressi Cavour di Roma.
L’indagine, condotta dall’Istituto per la Ricerca Sociale di Milano (Irs), ha sottolineato la grande importanza che, nonostante la crisi e la diminuzione dei progetti (passati dai 203 del 2010 ai 169 del 2011), riveste oggi l’impegno sociale.
I numeri lo dimostrano: la domanda è circa tre volte superiore all’offerta. Per 1 posto messo a bando la media delle candidature è di 3 e, dopo il servizio civile, aumenta il numero degli occupati.
È proprio nel settore della formazione, infatti, che la valutazione è risultata positiva (giudizi superiori al 7, in una scala da 1 a 10, sul monitoraggio di strumenti e contenuti) ed in cui, sottolinea Palazzini, “la collaborazione con ASVI – School for Management & Social Change, relativamente alla certificazione delle competenze, si è dimostrata valido strumento per la valorizzazione stessa dell’esperienza”.
“Ha creato in loro consapevolezza, competenze trasversali e dimostrabili – afferma Palazzini – che sono realmente spendibili sul mercato del lavoro”.
Al congresso era presente anche il Presidente di ASVI, Marco Crescenzi, che proprio in virtù delle significative partnership istaurate con Arci e, in ambito universitario, con AIESEC e AlmaLaurea, ha sottolineato l’errore di concentrarsi solo sullo spread qui ed oggi e non sul Domani.
In particolare, in relazione al fenomeno dei NEET – giovani “Not in Education, Employment or Training”, che nella sola Italia ammontano a 2 milioni e 300mila (fonte Istat) – e al disorientamento di origine e identità delle nuove generazioni, Crescenzi ha ribadito che il “Servizio Civile è uno dei migliori antidoti alla perdita di cittadinanza ed identità , ed è per questo che ASVI , da molti anni, è con ArciServizioCivile.”
“Dobbiamo riuscire a far percepire l’importanza del servizio civile a tutti – ha continuato – magari attraverso forti campagne di opinione.”
Tra i relatori sono intervenuti il Cons. Federico Fautilli, Capo dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in rappresentanza del Ministro Andrea Riccardi, Primo Di Blasio, Presidente Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Giuseppe Failla Portavoce Forum Nazionale Giovani, Silvia Conforti, Rappresentanti dei Giovani SCN, Stefano Daneri di Cgil Nazionale. Presentazione rapporto di Elisa Simsig (SWG) ed Emanuele Ranci Ortigosa (Irs).
Ma chi sono i giovani che scelgono il servizio civile? Rispetto ai coetanei non sono degli “alieni”. Sono più donne, spinte da motivazioni di condivisione e solidarietà, spesso dedite all’associazionismo. Nella maggior parte dei casi, i volontari provengono dal Sud e dalle Isole, con una prevalenza di progetti dedicati all’educazione, alla promozione culturale, all’assistenza e all’ambiente.
“Per il prossimo anno intendiamo adottare due politiche – ha aggiunto Palazzini – la prima è quella di incrementare una dimensione della formazione generale; la seconda è di fornire ai giovani degli strumenti concreti e da questo punto di vista è nostro intento approfondire il legame con ASVI per aiutarli nel loro percorso”.
Per il 2012 il Servizio Civile rischiava di non aver nessun progetto finanziato. Poi il Ministro Riccardi è riuscito a stanziare 50 mln di euro per i 37.000 giovani del biennio 2012-2013. Pari 1351,351 euro a ragazzo.
“Un primo passo, un impegno lodevole e un incoraggiamento che però – sottolinea Crescenzi – non deve farci dimenticare che è con i giovani che abbiamo il primo obbligo”, segnalando a conclusione dell’intervento l’avvio in Africa di un progetto finanziato dal governo Nigeriano (YouWin – Youth Enterprise with Innovation in Nigeria) per gli imprenditori e le idee innovative.
“Con un solo F35 pagheremmo il servizio per 35.000 persone. Oggi è con i giovani, la conoscenza e la cittadinanza che un paese vola verso il futuro: non con gli aerei da guerra”.