Social Change School nel “Coffee Break with the Nonprofit managers” del 2 aprile 2020 ha incontrato Gian Paolo Montini, Direttore Generale Peter Pan Onlus, l’associazione che si occupa a Roma di fornire una casa ai bambini malati oncologici in cura all’Ospedale Bambin Gesù e alle loro famiglie. Montini ha illustrato il grande e faticoso lavoro svolto da lui e dagli altri operatori dell’associazione, per non interrompere i servizi di ospitalità dedicati ai piccoli ammalati durante il COVID-19. Ha auspicato per il futuro una maggiore e coordinata presenza sul territorio da parte del mondo del volontariato.
Come sta e come stiamo vivendo questa crisi?
Ringrazio tanto Marco Crescenzi, per questa intervista, che rappresenta un momento di arricchimento e di riflessione. E soprattutto lo ringrazio per i tanti anni di amicizia, in cui abbiamo condiviso tanto percorso.
In questi tempi segnati dal COVID-19, Peter Pan Onlus ha continuato a essere fortemente attivo, in quanto accogliamo nelle nostre tre case famiglia bambini malati di tumore in cura presso l’Ospedale Bambin Gesù. Noi ci reggiamo sui volontari e in loro assenza sono io insieme alle due responsabili dell’accoglienza che stiamo svolgendo tutto il lavoro operativo. Lavoriamo dal lunedì alla domenica. Io faccio molte volte il “mastro Geppetto”, sistemando luci e riparando tutto ciò che c’è da aggiustare nelle stanze.
Il tempo passa velocemente e questo è un po’ fonte di preoccupazione, perché la fretta non fa comprendere dove si sta andando.
Ci sono, però, dei momenti di ricarica, quelli di confronto con i volontari. Si stanno organizzando territorialmente per raccolte alimentari e di farmaci. Alle famiglie arrivano tanti messaggi di sostegno.
Il servizio psicologico mi sta dando diversi spunti di riflessione per progetti futuri, che riguarderanno anche la fondazione Soleterre, di cui sono membro del CDA, che sta facendo un grandissimo lavoro negli ospedali, soprattutto nella sede di Pavia e anche a Taranto, dove ci sono dei servizi da incrementare e valorizzare.
Inoltre, dobbiamo trovare altro spazio per le famiglie che vengono a Roma per curare i loro figli. In questo periodo si stanno trovando nuove possibilità in alcuni bed and breakfast, che essendo vuoti, ci permettono di usufruire di una buona scontistica. Stanno emergendo nuove potenzialità per il futuro.
Cosa stiamo imparando, cosa ci vogliamo portare e ricette per uscirne?
Stiamo imparando l’utilità delle telecomunicazioni. Io sono un ingegnere aeronautico e per formazione ed esperienza professionale sono sempre stato uno sponsor della tecnologia, che da questo momento è sdoganata anche nel mondo del volontariato.
Come dato negativo, stiamo imparando la “mancanza dell’esserci”, la mancanza della presenza del volontariato. Per tal motivo con altre trentacinque associazioni di accoglienza e sostegno delle famiglie con bambini oncologici stiamo aprendo un confronto sulle prospettive di settore. Bisogna sviluppare nuove idee e obiettivi, puntando sulle persone e sulle relazioni.