Il 2 Aprile 2020 Marco Crescenzi, Presidente di Social Change School, ha intervistato nella rubrica “Coffee Break with the Nonprofit Managers”, Daniela Fatarella, Direttore Generale di Save the Children Italia, eccellente professionista e vero orgoglio per la scuola, poiché è una nostra ex alumna. Le parole d’ordine, che lei ci ha espresso, per superare questo momento sono: resilienza, trasformazione e gentilezza.
Come sta e come stiamo vivendo questa crisi?
La parola d’ordine da applicare di questi tempi è “resilienza”. Nell’immediato Save the Children ha risposto alle emergenze sorte a causa del COVID-19 in maniera compatta con un grandissimo spirito di squadra e capacità di portare avanti dei cambiamenti significativi in enorme velocità. Abbiamo dato vita a nuove linee programmatiche e abbiamo riconvertito molti dei nostri progetti. Il più grande risultato raggiunto è stato sicuramente quello di non aver perso il contatto con la nostra utenza: bambini e famiglie.
Sia io sia lo staff abbiamo subitaneamente fornito assistenza ai bisogni dei territori, dei beneficiari e abbiamo dato riscontro costante alle richieste dell’internazionale. Al momento mi sento “busy”. L’emergenza, appare evidente, che sarà di lungo periodo. Quindi, dobbiamo affiancare alla “resilienza” anche la “trasformazione”. Non torneremo mai più a fare il mestiere che facevamo prima nello stesso modo. È la prima volta in cento anni di organizzazione, che ci si trova a combattere contro una gravità che colpisce tutti i paesi più o meno nello stesso range temporale, con un conseguente effetto domino, che potrebbe essere sempre più esponenziale. Il contenitore “resilienza” deve prevedere sia la gestione del bisogno attuale sia la trasformazione sul futuro.
Dobbiamo porre molta attenzione anche nei confronti dei nostri donatori e in questo caso la parola d’ordine deve essere “gentilezza”, poiché non sappiamo cosa sia successo nelle famiglie di chi ci sostiene. Non sappiamo se ci sia qualcuno che sia stato male e non sappiamo quale altro disagio sia potuto insorgere. Fare fundraising oggi richiede una delicatezza differente.
Quello che sta avvenendo può portate verso un nuovo tipo di fundraising basato sulla relazione con il donatore e non l’invio di una semplice richiesta di sovvenzione, come sostiene il Presidente di Social Change School, Marco Crescenzi.
Cosa stiamo imparando, cosa ci vogliamo portare e ricette per uscirne?
È molto importante oggi poter influenzare e fare massa critica verso tutto ciò che può modificare e influenzare le norme atte a creare una nuova realtà nel post emergenza.
Ora, come organizzazione, stiamo dando molta attenzione ai migranti di fasce di età minorile fino ai diciottenni. Molte novità ci saranno date dal digitale, che promuoverà l’e-learning, non solo per l’apprendimento ma anche per la revisione dei nostri position working. Ad esempio, ho imparato, che molto del tempo impiagato per i viaggi per meeting di lavoro, può essere speso lavorando da remoto, ottenendo lo stesso tipo di risultato.
La digital transformation investirà, come già intuito, anche il fundraising. Spero che le persone si trovino a essere molto più interconnesse, avendo una capacità di vedere il mondo con occhi diversi. Save the Children, che affronta i contesti emergenziali sempre in prima linea, cambierà sicuramente in meglio, essendo una struttura altamente evolutiva, apprendendo una nuova visione della realtà come Bill Gates nel 2015 aveva previsto.