Filippo Addarii | 30 Luglio 2013
Vale la pena segnalare altri due sviluppi occorsi a Bruxelles.
Si è concluso il primo giro del Premio Europeo per l’innovazione sociale organizzato dalla Commissione con tre vincitori che hanno ricevuto 20’000 euro per sviluppare le proprie iniziative (http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/policy/social-innovation/competition/).
L’11 Ottobre sarà lanciato a Milano il secondo giro del Premio europeo. La Unicredit Foundation è partner dell’iniziativa dopo il successo di Naples 2.0, la competizione internazionale di innovazione sociale (http://euclidnetwork.eu/component/content/article/1101-naples-20-social-innovation-competition-publication-we-want-to-hear-from-you.html). Un’occasione da non perdere per promuovere questa agenda dato che parteciperanno le istituzioni Europee e quelle italiane.
Anche il Parlamento Europeo si è finalmente accorto del valore di questo settore e dopo un primo incontro organizzato dal parlamentare austriaco Heinz Becker per presentare casi di eccellenza in Europa, lo stesso Becker ha dato l’avvio a un’iniziativa per la creazione di un gruppo di interesse nel Parlamento (http://www.euclidnetwork.eu/component/content/article/1111-good-practice-collection-examples-of-social-innovation-projects-in-europe.html).
Ovviamente anche questa iniziativa non ha riscosso il plauso di tutti perché i lobbisti del sociale temono di perdere posizioni anche su questo fronte. Vedremo come andrà a finire.
Per tirare le somme, che dobbiamo fare quindi? L’Italia ha bisogno di essere più presente sulla scena trovando il giusto equilibrio tra la propria tradizione e le nuove tendenze emergenti. Allo stesso tempo c’è bisogno di una campagna per spiegare agli italiani il valore di questa industria emergente che va ben al di là della trazione cooperativa e associazionistica per risolvere le reali difficoltà del paese.
La prima partita da giocare è assicurare che questi temi siano adeguatamente inclusi nella prossima programmazione dei fondi strutturali, soprattutto nei lavori delle regioni, e che i funzionari incaricati ne comprendano il valore quale investimento per il futuro. La Conferenza di Strasburgo potrebbe essere un’occasione per riunire i funzionari delle regioni e offrigli un corso accelerato.
Un’altra opportunità è offerta dal gruppo di esperti che Danilo Giovanni Festa, dirigente del Ministero del Lavoro e rappresentate del governo al GECES, ha appena creato. Chi lavora nelle istituzioni ha bisogno di idee e soluzioni che vengano da chi operano sul campo senza troppi filtri che annacquano il messaggio.
Allo stesso tempo il governo deve continuare sulla strada tracciata dal Ministro Profumo con l’agenda italiana per l’innovazione sociale. Persone dentro e fuori alle istituzioni come Fabrizio Cobis, il Prof. Mario Calderini e i ragazzi della task sono in prima linea per mantenere viva l’agenda.
Si devono trovare nuove risorse finanziarie smettendo di aspettare l’intervento pubblico ma creando le opportunità per attirare risorse private, tanto quelle dei grandi come quelle dei piccoli, e combinando la finanza d’impatto con il crowdfunding.
Qualcosa si sta muovendo: Terzo Valore di Banca Prossima, l’iniziativa di social housing sostenuta da Oltre Venture e Fondazione CRT e le imprese a capitali ibridi promosse dal Consorzio CGM. Questo non è abbastanza e le istituzioni devo mettere l’acceleratore per abbattere le barriere all’iniziativa privata.
Infine io vedo la necessità di un intervento sistemico per promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e gli investimenti sociali nel paese coinvolgendo tanto il pubblico che il privato, tanto le organizzazioni costituite che le forze emergenti.
In particolare c’è bisogno di costruire dei distretti che nella migliore tradizione industriale italiana combinino ricerca, formazione, sperimentazione, e produzione unendo le forze per un impatto a larga scala sul territorio e lo sviluppo di reti internazionali. Questo sicuramente sarà il mio prossimo impegno in Italia.