Alexey Navalny: mobilitazione diffusa e cambiamento globale

Laura Taraborrelli e Marco Crescenzi | 30 aprile 2013

 

Nell’epoca della disintermediazione sociale, in cui grazie ai social tools i cittadini si auto organizzano e plasmano la “loro” società, Alexey Navalny dimostra come un principio di giustizia possa diventare azione concreta attraverso nuovi spazi di condivisione e dialogo.

 

Blogger e attivista russo, Navalny è considerato una delle figure di riferimento nella lotta contro la corruzione in Russia: un vero, scomodo, irriverente punto di riferimento in un paese il cui governo è definito dalla diplomazia internazionale una “democrazia gestita a fini di lucro, pronta al sopruso e orientata al guadagno personale”.

 

A partire dal 2008 attraverso il suo blog denuncia gli scandali di una intera classe politica e alla fine del 2010 lancia RosPil, una piattaforma web che raccoglie l’indignazione popolare, la consolida e la organizza in azioni di monitoraggio, denuncia e divulgazione del malaffare.

 

Nel 2011 attraverso la rete mobilita in crowdsourcing un esercito di osservatori incaricati di vigilare sulla trasparenza degli appalti e delle operazioni di voto, esorta gli elettori a non votare United Russia – il partito di Putin  che non esita a definire una “cricca di ladri e truffatori” –  e fonda la Good Machine Truth con l’obiettivo di estendere il suo messaggio anti-establishment al maggior numero possibile di cittadini.

 

Ottiene molti successi nella lotta anticorruzione, bloccando orde di ‘appalti truffa’ grazie a decine di migliaia di  segnalazioni ‘crowdsourcing’ da parte de cittadini attenti e partecipi.

 

Navalny sa che l’informazione è la principale fonte di libertà quando c’è e il migliore strumento di propaganda quando è illecitamente governata: con la logica della mobilitazione diffusa si rivolge a 8 milioni di utenti evoluti della rete e li trasforma in portatori sani di consapevolezza civile per 70 milioni di russi che dalla rete non trarrebbero altrimenti alcuna informazione.

 

Grazie alla rete i cittadini, non più necessariamente guidati dalle istituzioni, si ascoltano, si organizzano e si attivano all’interno di uno spazio pubblico completamente ridefinito dove la contaminazione è valore condiviso : scambiano idee, talenti e desideri, diventano essi stessi portatori di buone soluzioni, scoprono il valore della trasparenza e della fiducia reciproca.

 

Si mobilitano e si fanno sabotatori benevoli di un sistema impantanato: promotori attivi di un progetto comune di cambiamento globale.

 

E se pensate che la Russia non sia affar nostro…occhio alla posizione nr 67 della classifica

http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_percezione_della_corruzione

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