Sandro Calvani in collaborazione con Roberto Mariani | 28 Aprile 2015
Alla recente conferenza asiatica degli imprenditori cattolici, svoltasi a Bangkok, un esperto della Banca asiatica di sviluppo ha mostrato come lo sviluppo sostenibile è realizzato per il 99% da buone imprese e per l’1% da buoni aiuti allo sviluppo. Ma come fare buone imprese? Alcuni popoli asiatici sono ritenuti i più bravi nel copiare idee e prodotti da altre parti del mondo, a volte per adattarli ai loro consumi e servizi, altre per migliorarli e conquistare fette di mercato proprio a quei marchi e in quei paesi da dove viene l’idea o il prodotto originale.
Un esempio chiaro di questo modo di ottimizzare l’economia -oggi si direbbe imparare le buone pratiche– è la Samsung Electronics, una multinazionale sud-coreana di elettronica, diventata in pochi anni la più grande società al mondo di tecnologie informatiche per la comunicazione, compresi i telefoni cellulari, gli schermi LCD, i televisori; Imitando prodotti di gran successo come l’I-Phone, Samsung ha raggiunto oggi il 25% del mercato globale, quasi il doppio della fetta di mercato della Apple che produce l’I-Phone. Samsung Electronics ha impianti di assemblaggio e reti di vendita in 80 paesi e impiega circa 370.000 persone. Produce componenti elettronici come le batterie agli ioni di litio, semiconduttori, circuiti integrati, memorie flash e parti di hard-disk per clienti che sono suoi concorrenti come Apple, Sony, HTC e Nokia. Il risultato del 2014 sono incassi per oltre 196 miliardi di Euro (erano 55 miliardi nel 2005), con un profitto di 7 miliardi di euro.
Non c’è miglior attrazione per gli investimenti che mostrare fatti così, invece delle vuote promesse che lanciano i politici in altre parti del mondo.
Attento ai fatti invece che alle chiacchiere, il governo Sud-Coreano non solo ha facilitato le imitazioni degli investimenti migliori, ma ha perfino moltiplicato le opportunità per chi volesse seguire il buon esempio. Agli investitori stranieri che si affacciano in Sud-Corea con una buona idea di innovazione industriale o di servizi il governo offre finanziamenti e regimi fiscali molto favorevoli, un solo sportello per ottenere la licenza per aprire una nuova impresa in una settimana. E in più corsi gratuiti in inglese su: come creare una nuova società, una joint venture o una filiale locale di impresa straniera e sulla legge immobiliare; regolamenti fiscali semplificati, tutti online con auto-dichiarazioni compilabili in mezz’ora, diritto del lavoro e contrattuale e come evitare trappole dei datori di lavoro, le leggi sull’immigrazione e come ottenere in poco tempo ogni tipo di visto e permessi di soggiorno e di lavoro, lingua e cultura locale e molti altri suggerimenti.
Il Seoul Global Center (SGC), che ha sede nella capitale ed è coordinato dal Ministero della Giustizia e dalle camere di commercio, é il più grande centro al mondo per aiutare gli stranieri, nel trovare casa, scuole, soci d’affari e per difendere gli stranieri in casi di contenzioso con imprese coreane. Il centro fornisce gratuitamente un centro di incubazione per le start-up, con servizi gratuiti di assessoria come mentoring e coaching personalizzati per gli investitori stranieri, consulenza legale gratuita, consigli per minimizzare le tasse e ottenere l’immigrazione permanente.
I docenti dei corsi sono professori americani MBA, avvocati americani e coreani, e il capo della SGC è membro del consiglio della camera di commercio degli Stati Uniti.
L’iniziativa sud-coreana per promuovere la migliore imprenditorialità possibile senza badare alla nazionalità ha sorpreso perfino altre tigri asiatiche, campioni del mondo nella facilità del fare impresa come Singapore e Thailandia. E la ricetta sud-coreana è stata subito copiata in altri paesi asiatici. Singapore ne ha fatto un nuovo corso universitario MSBA Master of Smart Business: “ottimizzazione intelligente di facilitazioni all’imprenditorialità con il modello sud-coreano”.
Copiare per crescere, imitando i migliori, senza frontiere.