di Marco Crescenzi, Presidente Social Change School
Volato da Madrid a Roma in rappresentanza della Scuola per celebrare i 25 anni di INTERSOS – grazie all’affettuoso invito del Direttore Generale Kostas Moskochoritis – sono atterrato in una bellissima festa di amici.
Da Nino Sergi, fondatore e Presidente Emerito che conosco dal 2005, a Kostas, al Presidente ‘espatriato’ Marco Rotelli– io e lui firmammo il primo vero partenariato anni fa, a Sergio Vecchiarelli– Direttore Finanziario – uno di coloro che hanno veramente ‘fatto’ la Scuola- dai tanti docenti ai vari ‘alumni’ che ora lavorano con successo in INTERSOS, ad Amedeo Piva, che ha tenuto a battesimo e patrocinato la scuola nel 1997 in Campidoglio quando era assessore alle Politiche Sociali.25 anni festeggiati nella meravigliosa sede dell’Istituto Geografico Italiano, a Roma, vicino al Colosseo.
Per chi non lo sa ricordo che INTERSOS è da tempo la più grande ONG Italiana specializzata sull’emergenza, con numeri impressionanti- non ultimo oltre 2000 dipendenti impegnati nei quasi 60 paesi del mondo in cui opera con milioni di beneficiari dei progetti.
Un piccolo grande miracolo. 25 anni vissuti ‘pericolosamente’, al ‘fronte’, ‘Dove c’è la merda e non ci va nessuno’. La crescente necessità di unire al cuore, professionalità ed organizzazione, perché nessuno dei tanti ‘sognatori’ ci rimetta la pelle. La capacità di negoziare con i Talebani ma anche di gestire bene i progetti su Excel da parte dei Project Manager, di gestire migliaia di fornitori negli ambiti di logistics and supply chain ma anche fare bene il team management interno.
Al di là degli aspetti e delle presenze istituzionali, dei partenariati e degli intrecci comunicativi, la notizia è proprio quella di una grande ONG che è riuscita a fare il ‘miracolo’ unendo le tre grandi dimensioni: 1. Grande anima e cuore sia dentro che fuori l’organizzazione, nelle stanze di Roma come ‘al fronte’. 2. Grande managerialità e risultati di impatto su larga scala. 3. Costruzione di una Governance forte con una terza generazione di manager affermata ed un fondatore – il Presidente Emerito Nino Sergi, che contrariamente ad altri ha saputo far crescere le ‘seconde linee’ senza schiacciarle con il suo carisma. Un esempio anche per me.
Non esiste qualità professionale senza qualità umana. Ci intrecciamo con lo staff di INTERSOS nei modi più vari, dai workshop a Roma alle “field experience” presso la base UNHCR di Brindisi o nelle loro basi a Beirut e Tiro, dai ‘panel’ di ri-progettazione dei profili professionali dei Master da loro supportati, ai Webinar dal Sud Sudan. Finora abbiamo trovato grande qualità umana, professionale ed organizzativa. Ma quando questo accade, non dipende solo dai singoli: dietro c’è una Cultura che impregna lo stile di coloro che ci lavorano e va al di là della singola persona.
‘Lavorare con’: Si dice che le ONG ‘lavorano per’. Ma devono anche avere la capacità di ‘lavorare con’. Mi dice Nino Sergi: ‘Dobbiamo sentire le ragioni di tutti perché ognuno ha le sue, lavorare con tutte le parti, non fare barricate. E’ assurdo che sappiamo confrontarci con bande armate, e magari non con il nostro governo o peggio ancora, non tra le ONG di settore’. Anche se, dirà nel suo intervento ufficiale: ‘Le ONG non possono accettare norme che siano in contraddizione con i principi umanitari’.
Eravamo – da quanto ho visto – l’unica Scuola presente, insieme allo IED- Istituto Europeo di Design. Con noi INTERSOS è partner nel Master HOPE-Humanitarian Operations in Emergencies– ed è tra le ONG che ‘assorbono’ più fellows. Con lo IED, Intersos ha un bel progetto di riqualificazione di spazi abbandonati a Roma, per farne un centro di accoglienza per minori non accompagnati in transito. Lavorare con i grandi istituti formativi dà alle ONG che lo fanno, una marcia in più rispetto a chi cerca di farsi ‘tutto in casa’ senza contaminarsi creativamente. Lavorare ‘con’.
Senza il contributo di INTERSOS, con Lodovico Mariani (ora in AMREF Health Africa) a progettarlo efficacemente prima (congiuntamente Marco Bertotto, MSF), e a gestirlo tuttora come Direttore, il Master HOPE non sarebbe nato, né cresciuto fino a diventare uno dei primi tre in Europa ed uno dei principali bacini di reclutamento per le ONG.
Amicizia. Credo che sia importante svilupparla di più nel settore, io conosco ed ho relazioni direi non solo professionali e di stima ma direi anche di affetto con quasi tutti, ma il dialogo spesso è frammentato, e molti manager non si conoscono neanche tra loro, o hanno pregiudizi. Un peccato, ci impedisce di ‘con-correre’ al meglio per le cause comuni.
Ragazzi, è un bellissimo modo di conoscerci, facciamo più feste e beviamo un po’ più insieme! La prossima occasione saranno i nostri 20 anni, si festeggiano nel 2018, preparatevi!
Fonte foto: Marco Crescenzi (22/11/2017); da sinistra: Marco Rotelli Presidente INTERSOS, Kostas Moschokoritis Direttore Generale INTERSOS, Marco Crescenzi Presidente Social Change School, Nino Sergi Fondatore INTERSOS.