Eugenio La Mesa | 21 Ottobre 2014
Per 20 anni ho lavorato nel settore del marketing online e del software come piccolo imprenditore. Poi nel 2008 Pietro Sodani, mio amico fraterno medico, inizio’ a collaborare come volontario in una ONLUS di Firenze (Cure2Children) che ha realizzato un centro di trapianto di midollo osseo in Pakistan con medici e infermieri pakistani, per curare la talassemia (anche detta anemia mediterranea), la più diffusa malattia genetica mortale al mondo.
Dopo un suo viaggio in Pakistan, Pietro mi parlò di questa sua esperienza, e la cosa mi incuriosì molto. Dopo qualche mese Pietro mi presentò Lawrence Faulkner, medico fiorentino fondatore, insieme ad altre persone, di Cure2Children e iniziai a collaborare anche io come volontario, occupandomi inizialmente del marketing online. Mi proposero di fare un viaggio in Pakistan per visitare il centro trapianto, ci andai a Gennaio 2009 e quel viaggio mi cambio’ la vita, perchè gli sguardi di riconoscenza delle persone che incontrammo furono un’emozione indimenticabile, con tutto che io non avevo alcun merito, ero con loro da pochi mesi e ancora non avevo fatto nulla.
Dopo qualche mese Lawrence mi chiese di andare con lui in India per valutare l’apertura un altro centro, e accettai con entusiasmo. Mentre eravamo all’aeroporto di Francoforte, entrai in un negozio di libri e, non so perchè, il mio sguardo cadde sul libro “Un mondo senza povertà” di Muhammad Yunus, all’epoca per me uno sconosciuto; ma leggendo la quarta di copertina lessi che aveva vinto il Nobel per la pace e che aveva inventato il microcredito, utilizzato da 8 milioni di persone in Bangladesh. Comprai d’istinto il libro e poi lo lessi tutto d’un fiato un mese dopo e rimasi affascinato e folgorato dalla sua idea di social business.
Il 14 giugno 2009 (era una domenica, ricordo bene), decisi di scrivere a Yunus, pur non avendo la sua email e senza conoscerlo. Trovai un sito di una sua fondazione in Bangladesh (lo Yunus Center) e scrissi alla generica casella info. In poche parole, gli scrissi che ero un piccolo imprenditore e che da poco mi stavo interessando in prima persona del terzo settore e di volontariato, ma che mi piaceva molto la sia idea di social business e che avrei da quel giorno iniziato a pensarci. Aggiunsi che siccome in Bangladesh c’è la talassemia (circa 100.000 bambini) se potevamo aiutarlo ne saremmo stati felici.
Con mio enorme stupore mi rispose lui personalmente la mattina successiva!
Scrisse che la cosa era interessante e che avremmo potuto parlarne.
Dopo qualche tempo, scambiandoci un’email a settimana ma senza reali passi avanti, gli chiesi un appuntamento e lui accettò. Ad Agosto quindi andai a Dhaka in Bangladesh con Lawrence e Pietro e incontrammo lui e il suo staff.
Al termine dell’incontro fu poi firmato un accordo fra Grameen Health Care (la sua società che si occupa di social business nel campo della sanità) e Cure2Children per fare un social business in Bangladesh per la cura della talassemia.
Anche questo incontro mi cambio’ la vita, e iniziai a dedicare una buona parte del mio tempo a lavorare a questo progetto, a cominciare da preparare il business plan coordinando il team in Bangladesh con quello in Italia.
Pero’ dopo 1 anno con Pietro decidemmo di dimetterci, perchè i fondatori di Cure2Chldren preferivano il classico modello di ONLUS che si finanzia tramite donazioni e non invece il social business che vende sul mercato servizi in modo che i ricavi coprano almeno i costi.
A quel punto con Pietro decidemmo di fondare Cure Thalassemia e di provare a fare in India quanto avremmo voluto dare in Bangaladesh con Yunus, seguendo lo stesso modello.
Collaboriamo il Narayana Hospital a Bangalore, il più grande ospedale cardiologico pediatrico del mondo, che ha la più grande unità di trapianto di midollo osseo di tutta l’India. Il suo fondatore è Devi Shetty, medico e amico di Madre Teresa di Calcutta.
Per anni ho dedicato parte del mio tempo a questo progetto, facendo anche 10 viaggi fra Pakistan, Bangaldesh e India, e di recente, a Luglio 2014, ho deciso di lasciare il mio lavoro per dedicare la maggior parte del mio tempo al social business, per ora Cure Thalassemia, ma in futuro conto di essere coinvolto attivamente e da vicino in altri social business nel campo della sanità in Italia.