Marco Crescenzi| 18 luglio 2013
‘Un vincitore è un sognatore che non si è arreso’. (Nelson Mandela)
ASVI non sarebbe mai esistita senza l’esempio e la ‘paternità’ di Nelson Mandela. Per questo ogni suo compleanno è anche il nostro e questa riflessione mi riporta con un pò di vertigine all’inizio, alla fondazione di ASVI.
Era il 1997 e mi ero mosso fino ad allora su un doppio binario, dal volontariato alla consulenza per la cooperazione sociale in servizi di frontiera da un lato, e come imprenditore dall’altro.
Nel primo riversavo la mia sensibilità sociale, nel secondo tutta la grinta e la capacità imprenditoriale che avevo. Per creare ASVI ed unificare le due anime sociali e di impresa avevo deciso nel 1996 di vendere l’Azienda Agricola (la mitica ‘Terre del Sole’ iniziata a 22 anni): camion, macchinari, pale meccaniche, carrelli elevatori, pallettizzatori, tutto hardware pesante molto lontano dalla virtualità e leggerezza della futura ASVI, nata come start up innovativa nella prima fase di sviluppo di internet.
Venduta l’azienda, già con due figli sulle spalle (in senso letterale) ed una compagna allora molto precaria nell’ambito della cooperazione sociale, per fare cassa lavoro come coordinatore in ambito formazione FSE per 6 mesi in un bellissimo progetto – purtroppo tutta la settimana lontano da casa e dai figli -, e intanto penso ed ‘apparecchio il sogno’…
Purtroppo l’Ente di Formazione committente (partecipato da Provincia e Camera Commercio di Latina, quindi apparentemente sicuro) fallisce: addio ai 40 milioni (di lire…) che mi spettavano: ci troviamo senza capitale di start up e, sopratutto, senza soldi per tirare avanti.
Dopo aver fatto collette tra amici comprensivi e supporto di ‘welfare familiare’ (o per dirla più semplicemente mamme e papà…), ci troviamo diverse volte con la mia compagna a non avere neanche i soldi per comprare il latte, potremmo dire in una situazione di povertà…assoluta, ed un sogno da realizzare: una grande ASVI.
Una follia,
un sogno definito tuttavia ‘senza mercato’ da parte di IG-Società per l’imprenditorialità Giovanile’, sul parere delle grandi centrali cooperative.
Non solo, dopo pochi mesi avevamo un indebitamento di 30 milioni per spese di comunicazione, e le cose non decollavano.
Segnali negativi? Una cantonata? Scoramento, dubbi tra gli amici (‘Marco, ma sei sicuro di aver fatto la scelta giusta?’)…
E’ qui, nel momento di massimo abbattimento, che entra in campo Mandela: leggo la sua biografia ‘Il lungo cammino verso la libertà’, ‘entro’ nella sua vita, nella sua prigionia, nella sua determinazione, in qualche modo lo sento a fianco come fosse un angelo custode, quel padre che mi è mancato, qualcuno con cui confrontarsi senza scuse, solo tu e la tua determinazione, e… cavolo, se ce l’ha fatta lui a sopportare prigione e drammi umani, come potevo non farcela io – comunque libero? – in una situazione ridefinibile come ‘facile’ secondo gli standard di Mandela :-). Scopro e riscopro in me una grande forza di carattere sospinta dalla missione che ormai mi aveva…catturato.
Ed inizia una vera guerra per far decollare il sogno.
La pochezza manageriale del nonprofit anni 90 era incredibile, se confrontata con la consapevolezza e la preparazione di oggi. Mi viene da ridere a ripensarci. Siamo riusciti a lavorare con i colleghi, a co-progettare crescita mangeriale, poi sono arrivati i sogni di tanti piccoli ‘Mandela’, quasi 1000 ad oggi, a formarsi ed impegnarsi per realizzarsi e cambiare cultura e livello di performance delle organizzazioni italiane. Persone (le ultime tre che mi vengono in mente tra centinaia) come Bashir, buon ragazzo del Niger alto due metri che per pagarsi il master e poi progettare sviluppo per il suo paese fa il buttafuori nei locali. O Enrico, disabile al 100% che, impossibilitato alla presenza, segue i corsi ‘on line’ da casa e sogna grandi progetti a distanza, o come Lucio, manager esperto, una vita nelle multinazionali ed ora a dare un senso più profondo alla suo impegno… tanti piccoli e grandi eroi silenziosi.
Auguri Madiba, senza di te non ce l’avremmo mai fatta. Abbiamo sognato, non ci siamo arresi e stiamo vincendo, tutti insieme. Metti anche ASVI tra i tuoi successi, e rimani nel nostro futuro.
Grazie.
Marco