Dhebora Mirabelli| 17 Novembre 2015
Festa dei morti. Rientro nelle “mie Calabrie” dopo mesi di assenza e ricevo notizia dell’ennesimo gesto intimidatorio della ‘ndrangheta contro il Gruppo cooperativo Goel del mio amico Vincenzo Linarello.
Mio malgrado sono spettatrice di un derby giocato in casa con il finale di 7 a 0 per i primi: sette sono gli attentati in sette anni. Lo Stato non individua alcun colpevole e la scientifica non trova tracce all’interno del capannone dell’azienda agricola colpita.
Tutto in fiamme…ma ahimé non è merito del più “pubblico e mondano” fuoco di paglia!
Bruciano, questa volta…beni tangibili, quali un trattore e attrezzatura di lavoro , e beni intagibili ma ugualmente preziosi per la maggioranza dei calabresi: la dignità territoriale, il bene comune, il welfare di comunità, il senso di appartenenza, la cultura e la tradizione del saper fare.
Vincenzo Linarello con il suo impegno a 360° contro la ‘ndrangheta, esercitato tramite Gruppo di Cooperative sociali Goel, il marchio di moda etico sociale Cangiari, il ristorante bio pluripremiato AMAL e molto altro, esalta valori e tradizioni di una “delle Calabrie” per cui diventa meritevole essere “ULTRA’”, sedersi in curva e fare un tifo da stadio!
Eroi nazionali o comune buon senso “civico”?
Se ci fosse un colpevole, una presenza più tangibile dello Stato, un segno di lotta contro quest’altra Calabria che, non vogliamo più così generativa e produttrice di “sviluppo economico” targato: PREPOTENZA, forse sarei più sollevata dal vedere nitidi i confini tra:
Benessere Sociale e Benessere Associato
Legittima Offesa e Legittima Difesa
Leader Socialmente Responsabili e Affiliati Socialmente Irresponsabili
Non ci servirebbe la Lega o Salvini per scendere in piazza ma basterebbe una cittadinanza più attiva e propositiva capace di scuotere mente e coscienza di chi ci Governa.
Io vedo e vivo un’altra Calabria: sola e non associata; con responsabilità illimitata verso i suoi concittadini e il resto del mondo, impegnata e culturalmente più viva ed entusiasta di ieri.
E’ a questa Calabria che chiedo di farsi giustizia da sé e rispondere con una difesa più proporzionata all’offesa.
E’ a questa Calabria che riconosco i suoi meriti che oggi leggo assumere il volto di Fondazione per il Sud restituisce il mal torto agli onesti lavoratori calabresi della Cooperativa vittima. Apprendo, infatti, che hanno provveduto loro per primi ad indennizzarli di 30 mila euro (valore stimato dei danni dell’attentato) con un gesto che sa di risarcimento di un danno morale che purtroppo subiamo tutti noi calabresi quando veniamo a conoscenza di attentati come questi.