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La lunga notte della Bastiglia

“Contro gli incubi dei fanatismi  lottare capillarmente senza paura per affermare il sogno dell’integrazione. Gli amici mussulmani sono i nostri principali alleati nella guerra al terrore, e devono assumersi maggiore responsabilità nell’affermare il sogno comune di pace e coesione. La Scuola raddoppierà gli sforzi di internazionalizzazione  e di formazione dei nuovi leader, anche dialogando con le reti e le comunità dei giovani mussulmani e favorendone l’accesso alla formazione.” Marco Crescenzi

 
C’è un filo di Arianna da seguire per uscire dal labirinti della libera e cieca violenza che sta crescendo nel mondo. Forse è anche l’unico cammino che garantisce la meta alla quale tutti vorrebbero arrivare di maggior pace e giustizia diffuse nel mondo.
 
C’ero anch’io ieri sera, nella notte delle festa nazionale della Bastiglia in una delle centinaia di piazze francesi dove si stava insieme a ballare, ascoltare musica di artisti di strada, far giocare i bambini anche oltre gli orari normali, per celebrare la rivoluzione francese. Nel 1789-90 la presa della Bastiglia fu il simbolo della prima dichiarazione europea di diritti della persona, l’abolizione delle tre caste sociali e la parità dei diritti di tutti. In America la dichiarazione di indipendenza aveva fatto lo stesso nel 1776. Il codice di Hamurrabi nel Medio Oriente scriveva principi simili di giustizia per tutti ma riconosceva tre caste sociali 1776 anni prima di Cristo.
 
Le violenze razziali in America, le rivolte in Medio Oriente, i goffi tentativi di cambio di regime a suon di bombardamenti lanciati da Bush e Blair, il terrorismo moderno, le migrazioni di massa, e perfino il razzismo nostrano, hanno in comune una gran voglia di rivoluzione messa in moto da chi, a torto o a ragione, si sente oppresso e disperato da una situazione che gli sembra così gravemente inaccettabile da giustificare qualunque violenza per sovvertire il sistema o per lo meno vendicarsi per sfogare il suo odio, spesso generata dall’incitamento all’odio o dall’esserne stato una vittima.
 
I leaders del mondo occidentale non hanno il coraggio di dire due verità per spiegare la situazione di insicurezza globale. Primo, non esiste sicurezza senza limitazione delle libertà civili e non esistono vere libertà civili che non riducano la sicurezza di tutti. 
 
Secondo, se una parte del mondo è così ignorante da ritenere colpevole tutta la cultura islamica per i crimini compiuti da pochi pazzi sanguinari e impuniti, mai eletti da nessuno, perchè un’altra gran parte del mondo ugualmente ignorante e pure molto arrabbiata non potrebbe ritenere colpevole tutta l’Europa per i crimini di guerra compiuti da pochi leaders impuniti, scelti democraticamente dal popolo? 
 
Dal labirinto della violenza e della vendetta senza limiti, spesso perpetrata da persone malate di mente, si esce accorgendosi del filo  che unisce la demenza della violenza e scegliendo di sostituirlo con un altro filo di Arianna, quello dell’umanitarianismo che cerca di curare ogni oppresso, ogni malato mentale, fermare ogni stupido armamento e guerra civile o con i droni, e ridurre al silenzio i fomentatori di odio. 
 
O l’umanità senza frontiere cambia strada verso un vero governo giusto di tutti i beni comuni, elimina le diseguaglianze sociali e ferma la prepotenza degli armamenti, oppure cadremo ancora una volta in una lunga notte della Bastiglia, un tempo buio in cui i valori di umanesimo in cui abbiamo creduto per secoli saranno dissanguati dalle vene aperte dalla violenza. Potrebbe diventare una vera terza guerra mondiale a rate e davvero diffusa in tutto il pianeta. Se l’umanità è sapiens, saggia e intelligente come il nome che i biologi le hanno dato, lo dimostri adesso, elimini le fortezze di pietra e scelga le forze di tolleranza e cooperazione.
 
Senior Adviser on Strategic Planning,
Mae Fah Luang Foundation (under Royal Patronage), Bangkok, Thailand
www.maefahluang.
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