Sandro Calvani | 12 settembre 2013
A cosa pensate se vedete insieme i marchi di Coca-Cola, Levi-Strauss, Nokia, Unilever, Nestlè, Total, Citi, Fuji Xerox, Walt Disney, Danone, Deloitte, HSBC, Microsoft, Lloyds, Aviva, Palmolive, Marriott, Pfizer? Sarà uno shopping centre o una fiera campionaria? Invece è un summit di innovazione sociale per la metà del mondo che cresce più rapidamente in social business ed imprenditoria sociale.
La lista menzionata è la prima pagina della lista dei partecipanti e degli iscritti a parlare del prossimo Summit asiatico di CSR, responsabilità sociale dell’impresa, che si tiene a Bangkok, in Thailandia, a metà Settembre 2013 http://csr-asia.com/summit2013/ , organizzato dal Centro CSR Asia di Hong Kong.
E i nomi dei partecipanti non sono solo degli “addetti ai lavori” come capita per i summit di risorse umane o di marketing, sono invece i CEOs, i direttori generali, presidenti e amministratori delegati di alcune tra le imprese di maggior successo al mondo. E perchè mai in Asia, dove l’economia cresce a gonfie vele, si riuniscono per parlare di nuovi modi di fare impresa più attenti al fare bene che al fare soldi? Perchè molti in Oriente hanno capito che il capitalismo etico, che genera lavoro per i giovani, che paga salari giusti e protegge buone pensioni, che rispetta l’ambiente e le donne, che costruisce felicità e aiuta il buon governo, è l’unico sostenibile in un’epoca come la nostra che chiamerei del dopo-guerra mondiale tra società civile e business.
A cercare di firmare la pace tra impresa, buon governo e terzo settore, o perlomeno a definirne le condizioni, ci penserà poi anche il dialogo globale del capitalismo etico http://www.cauxroundtable.org/index.cfm?&menuid=50 che si riunisce una volta l’anno da 28 anni e per la prima volta a Bangkok, organizzato dal Caux Round Table. Per tre giorni a partire dal 10 Ottobre si confronteranno accademici, esperti di economia, grandi imprese, politici di primo piano e organizzazioni della società civile per ascoltarsi, capirsi meglio e insieme ridefinire cosa è etico, e cosa non lo è, all’interno del triangolo di potere, profitto e popolo sul quale vedremo ri-organizzate le società del futuro, siano esse società civili o società quotate in borsa. “È un futuro che non possiamo immaginare e comunque nessuno oggi lo riconoscerebbe come quello che vorremmo, ma è anche l’unico futuro possibile in un pianeta limitato in termini di risorse, energia e cambio climatico” lo ha detto Macharia Kamau, Ambasciatore del Kenya alle Nazioni Unite il 27 Agosto a Bangkok, parlando di come i popoli e i governi del mondo stanno riconsiderando gli obiettivi di sviluppo del mondo dopo il 2015.