Innovare la cooperazione internazionale: dove stiamo andando?
Si è svolto venerdì 6 dicembre presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo il convegno “Innovare la Cooperazione Internazionale” organizzato da Fondazione Don Carlo Gnocchi, Oxfam Italia e ASVI Social Change con il patrocinio di Fondazione Cariplo.
Quali sono i punti di forza delle ONG Italiane, e come la social innovation può aumentare la loro capacità di impatto? Quali sono le principali minacce ed opportunità? Quali saranno le sfide per la cooperazione nei prossimi anni?
Su questi temi si sono confrontati molti dei principali rappresentanti delle ONG Italiane ed europee per identificare best practices e nuovi drivers di analisi sul tema della Social Innovation all’interno della cooperazione internazionale.
“Le ONG stanno attraversando una profonda revisione del loro ruolo e del loro mandato” – riassume Marco Crescenzi, Presidente di ASVI Social Change. “Quello che l’Unione Europea chiede sempre di più è un’ottica legata allo sviluppo di programmi sempre più d’impatto e la vicinanza alla società civile per lo sviluppo del capacity building e dell’advocacy. Il primo intervento di innovazione che viene richiesto è culturale e dei paradigmi di intervento.
“Il dna della futura innovazione sociale sono i valori condivisi – ha dichiarato Sandro Calvani – Presidente Comitato Scientifico ASVI e per 25 anni alto dirigente alle Nazioni Unite. “ Pace, sviluppo sostenibile, componente di genere, cambiamenti climatici, devono essere parte di un discorso non di elite, ma trasparente per la comunità. Non basta un Nelson Mandela, bisogna costruire persone nuove e cittadini del mondo”.
“La cooperazione italiana – sostiene Francesco Petrelli, Portavoce italiano CONCORD, Piattaforma delle ONG europee – ha molto da imparare, ma ha anche molto da insegnare. La capacità di portare risposte innovative è sempre stata presente nelle ONG di sviluppo.
Oggi – spiega Marco Crescenzi – per Social Innovation non si intende solo la capacità di trovare nuove soluzioni, ma di dare una risposta ad un bisogno sociale forte attraverso la creazione di nuove reti e nuove relazioni, che tengano conto di processi di intelligenza collettiva, co-progettazione e disintermediazione, anche finanziaria.
Ma quali sono i nuovi modelli per promuovere pratiche alternative di partenariato per lo sviluppo?
Secondo Sorinel Ghetau, Direttore Cooperazione Internazionale e Aiuto Umanitario
di OXFAM ITALIA, le ONG devono cambiare il proprio ruolo per diventare soggetti di
cittadinanza attiva.
E’ necessario superare gli schemi classici dei rapporti con il settore privato, dotandosi
di competenze e strumenti di advocacy per evitare di essere schiacciati. Con la
campagna “Behind the brand” Oxfam ha condizionato le politiche sociali sulle donne
lavoratrici nelle filiere della produzione di cacao in Costa d’Avorio.
Questi sono gli interventi che creano maggiore Impatto.
Oggi conclude Roberto Rambaldi – Direttore Affari Istituzionali Fondazione Don Carlo Gnocchi, i progetti maggiormente finanziati sono quelli che presentano ampie cordate di partnership fra ONG, che coinvolgono panel multistakeholders e richiedono la collaborazione fra vari attori per interventi specializzati e di qualità.
Social Innovation per la Cooperazione Internazionale di Marco Crescenzi (Presidente ASVI Social Change)
Opes Impact Fund di Elena Casolari (Executive President OPES Impact Fund)
Milan how to Innovative international cooperation di Gabin Hamman (European Commission)