Prima parte
Premessa, di Marco Crescenzi.
Il tema del nuovo quadro logico, cioè dello strumento più usato nei progetti di cooperazione internazionale in ambito quantomeno europeo, si è improvvisamente surriscaldato e potremmo dire, in qualche caso, invece dei piatti, ‘volano i quadri’ (logici). La Social Change School ha introdotto il PMC ed il LogFrame nella didattica dei Master come strumento di riferimento per la progettazione dal 2000, prima con Stefano Oltolini e poi con Andrea Stroppiana- uno dei formatori che lo hanno ‘divulgato’ in Europa per conto dell’UE. Nel fondamentale apprezzamento, ne ho però sempre segnalato i limiti, dovuti a mio avviso ad una scarsa utilizzabilità in ambiti di progetti più ‘imprenditoriali’ ed auto-sostenibili:
- Manca ad es. una sezione partners, cosa fondamentale
- per i progetti in divenire lo strumento tende un po’ ad ‘imbalsamare’ e limita l’innovazione che di per sé è in parte imprevedibile
- la presenza di un solo obiettivo specifico è spesso irrealistica
- Il vizio degli operatori di concentrarsi sugli OUTPUT (risultati di breve termine, “costruito il pozzo”, “realizzato corso di formazione”) più che sugli OUTCOMES (i ‘veri’ risultati in termini di cambiamento sociale)
Per altri versi, la tensione storica con la tecnologia RBM – Result Based Management prima, e con la Theory of Change oggi, e diverse definizioni di output-outcomes ed impact, rischiano di essere confusivi. Per tale motivo, e certi che si raggiungeranno o una ‘maturità’ strumentale (unitaria) o una chiara ‘pluralità strumentale’ ad uso dei progettisti smart, supportiamo e condividiamo volentieri questo dibattito e percorso avviato dagli amici di Info Cooperazione.
Vi presentiamo dunque la testimonianza di E.Gerovasi da Info Cooperazione:
“Alcuni mesi fa ho contribuito all’organizzazione di un seminario sugli strumenti finanziari dell’Unione Europea per la cooperazione allo sviluppo organizzato da Concord Italia, un’occasione in cui gli operatori del settore hanno avuto l’opportunità di approfondire ed entrare nel merito di quel groviglio di programmi, piani d’azione e bandi che compongono la programmazione pluriennale dell’UE. Mi ha stupito vedere come quella nutrita platea di colleghi di ONG, associazioni e altri enti impegnati nella progettazione europea si sia “scaldata” quando il workshop è entrato nel merito dei tecnicismi della progettazione, materia che nessuno si aspettava potesse creare dibattito.
Si parlava di un tema apparentemente ammorbante, il nuovo format di Quadro Logico adottato da EuropeAid e le contraddizioni che questo nuovo strumento si porta dietro tra Project Cycle Management e Theory of Change. Il nuovo Logical Framowork, infatti, integra in modo poco chiaro questi due approcci, che hanno finalità differenti, senza fornire sufficienti chiarimenti e senza avere preventivamente aggiornato gli altri documenti di riferimento oggi disponibili per chi lavora con finanziamenti EuropeAid. Da un lato quindi non sembra coerente con l’attuale EC Project Cycle Management Manual, mentre per altri versi sembra essere in linea con le metodologie utilizzate da altre agenzie di sviluppo, in particolare di matrice anglosassone (USAID, DFID), ambiti nei quali la Theory of Change di fatto è nata e si è maggiormente sviluppata.
Ovviamente il seminario ha contribuito a mettere sul tavolo i problemi, i dubbi degli operatori che ogni giorno si arrovellano sulle progettazioni delle loro organizzazioni ma non ha potuto offrire soluzioni immediate. Dopo quell’incontro abbiamo pensato di lanciare una call alla community degli operatori della cooperazione che ruota intorno al blog Info Cooperazione per mettere in piedi un gruppo di lavoro che potesse approfondire la questione e mettere insieme una sorta di vademecum.
E qui è arrivata la seconda sorpresa, la disponibilità di un nutrito gruppo di colleghi di diverse provenienze ed esperienze, inclusa la Social Change School, pronti a mettersi a disposizione per approfondire il tema specifico e poter essere d’aiuto a tutti coloro che sono impegnati a diverso titolo nella progettazione. Un percorso in pieno spirito “open knowledge”, lo spirito da cui è nato Info Cooperazione, uno spazio accessibile a tutti, aggiornato e arricchito dalle segnalazioni dei lettori e delle lettrici dove scambiare e condividere informazioni sugli orizzonti della cooperazione, i potenziali donatori e le nuove progettualità.
La redazione di: “Una guida collaborativa per comprendere il nuovo Quadro Logico di EuropeAid” segna un passo ulteriore oltre la condivisione delle informazioni. Si tratta infatti della produzione di un documento inedito, che crediamo possa essere di grande utilità a molti operatori e operatrici del nostro settore. Un segnale importante che dimostra ancora una volta le potenzialità della rete e dello spirito collaborativo.”
Se il tema del Nuovo Quadro Logico vi ha interessato, in arrivo la prossima settimana un altro intervento da Andrea Stroppiana!