Luca Rossetti, ci racconta della sua esperienza sul campo dopo il Master HOPE- in Humanitarian Operations in Emergencies:
“Novembre 2016;
Se ci penso, solo un anno fa in queste settimane mi trovavo agli inizi del percorso di Master HOPE. Decisione molto ponderata quella di iscrivermi ad un master indirizzato alla professione umanitaria, ma allo stesso tempo anche rischiosa, per uno che lavorava in uno studio legale.
Mi sono trovato ad affrontare materie che non avevo mai affrontato prima, con un approccio al quale non ero affatto abituato. Tuttavia la sensazione, grazie anche all’ambiente informale (ed anche a questo non ero abituato) era molto positiva.
Il mio unico dubbio rimaneva come poter conciliare il mio background giuridico con il campo umanitario, un settore che mi aveva sempre attratto, ma che sembrava cosi lontano dai miei studi.
Un anno dopo, mi trovo in Palestina, Master in tasca e nel mezzo di uno stage come assistente al coordinatore del programma umanitario a seguire le attività di legal protection e support: mission accomplished.
Il contesto della Palestina, o dei terriroti occupati, o della Cisgiordania, viene definito come contesto complesso di crisi con un protratto deterioramento della situazione umanitaria e che sia complesso lo si evince ad esempio, come in apertura di questo paragrafo, dal fatto che sono sempre differenti le parole da usare per definire cose e luoghi a seconda del proprio interlocutore, in questa piccolissima porzione di pianeta.
Se pensiamo all’aiuto umanitario, pensiamo principalmente a distribuzione di beni di prima necessità, tende e moduli abitativi, acqua e servizi sanitari. Tutti questi servizi necessitano di strutture ed infrastrutture. Ed e di questo che voglio parlarvi ora.
Il problema che gli attori umanitari e soprattutto le popolazioni che risiedono in quest’area riscontrano da diversi anni, sussiste nella continua demolizione che subiscono dette strutture (case, pozzi, cisterne, sistemi di irrigazione, ma anche scuole!). Una delle attività su cui ci stiamo concentrando pertanto si incentra sulla creazione ed integrazione fra loro di diversi help desk nelle comunità in cui operiamo volti al reperimento ed alla collezione di tutta la documentazione legale necessaria in caso di ricevimento di un’ingiunzione di demolizione.
I membri di questi desk sono abitanti stessi delle comunità, le quali fortemente hanno voluto questo progetto, per coordinare gli sforzi che fino ad oggi venivano profusi di volta in volta dal singolo che si vedeva recapitare un ordine di demolizione senza avere i mezzi per poter reagire.
Accade infatti purtroppo spesso che a poche settimane dall’ultimazione dei lavori, ai beneficiari-proprietari delle strutture pervenga un ordine di demolizione che lascia pochi giorni di tempo per opporsi giudizialmente o la struttura verrà demolita. Ora, questo sistema di preparazione preventivo dei documenti risulta non solo necessario, ma anche estremamente efficiente, in quanto permette di poter fornire alle organizzazioni legali nostre partner tutta la documentazione necessaria a presentare ricorso contro la demolizione, il giorno stesso del ricevimento dell’ingiunzione. Ciò permette di congelare la situazione per diversi anni. Così facendo possiamo mantenere in opera i pozzi, le cisterne, le strutture per il sostentamento e così poter garantire che le persone interessate continuino ad avere accesso ad acqua potabile, servizi medici e sanitari, un tetto sotto il quale poter raccogliere la propria famiglia e i servizi minimi che possano fare sentire tale una comunità.
É frustrante vedere recapitare un ordine di demolizione per una struttura appena costruita, tuttavia sapere che tramite questo sistema potrà rimanere in funzione per anni, è davvero un grande successo!”