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“Sognare insieme e ‘fare comunità’ contro la disgregazione”

Rafforziamo la “Social Change International Community degli Alumni.

Come staff della Social Change School abbiamo vissuto con profondo dolore le spinte disgregatrici in Europa , negli USA  e nei Paesi Arabi.

I nostri sforzi di (tras)formazione, per quanto coronati da successo nei numeri e nella qualità ci sembrano una goccia nell’oceano.

Come staff, veniamo tutti dall’impegno sociale, politico, culturale, e viviamo il nostro lavoro formativo come una grande sfida civile.

La sofferenza nella storia dell’uomo è una costante, ma lo spaesamento collettivo e le tensioni identitarie che il mondo sta affrontando in questo periodo storico sono fortissimi. C’è qualcosa di diverso rispetto anche a solo 10 anni fa.

Ed è la mancanza di sogni collettivi in cui identificarsi e del relativo ‘fare comunità’, per cui lottare.

Il sogno di una Europa ‘alta’, sociale, inclusiva ma forte, un’Europa ‘dei valori e della conoscenza’, è stato abortito da leader non all’altezza e spazzato dal senso di minaccia di classi medio-basse in sofferenza che vedono arretrare il proprio tenore di vita,  ‘incalzare’ i diritti dei nuovi cittadini immigrati e non trovare rappresentanza se non nei populisti.

Anche negli USA, il populismo sembra una risposta rassicurante agli ‘indigeni’ bianchi impoveriti ed incattiviti dalle crisi di una globalizzazione dagli effetti non mitigati da politiche di sviluppo  coperto dal ciuffo biondo di un vecchio palazzinaro che “…confonde il suo patrimonio con i suoi debiti’, vuol dire che una parte degli americani è veramente disperata e non sa più a chi aggrapparsi. Proviamo pietà, prima che disgusto.

In molti Paesi Arabi, le tante primavere sono sfiorite nel sangue e quello che sembrava un sogno si è trasformato in un incubo, la nuova libertà in una nuova schiavitù, i diritti sperati in nuove torture, come nei tanti casi Regeni.

Rispetto a tanta sofferenza cosa possiamo fare? Retoricamente mi verrebbe da dire come si dice sempre, aumentare i nostri sforzi.

Credo che non sia solo questo. Che sia molto importante capire dove dirigerli oggi.

Ritengo che, per quanto ci riguarda, sia importante contribuire a ri-creare quel senso di comunità e di sogno collettivo che dà forza, propulsione, all’azione individuale. A partire dalla Community dei nostri corsisti-alumni, la ‘Social Change International Community’che stiamo cercando di ‘recuperare’ dati i numeri- oltre mille, la dispersione temporale (da quasi venti anni) e geografica.

Federico Atzori, Community Manager, ci si è messo con grande generosità ed impegno, e sta ‘setacciando Linkedin’- non è per niente facile, ‘ad uno ad uno’ i nostri ex corsisti in giro per il mondo.

Credo fortemente in questo progetto di ‘Social Change International Community’, perchè credo nel sogno collettivo più che in quello individuale, nell’essere insieme più che nel fare scollegato, nel darsi forza e condividere successi e competenze a partire da radici benevoli e comuni, come quelle della nostra scuola per chi si è formato da noi.

Credo che anche ‘piccole cose’ come questa, possano essere quella parte di filo utile per ricucire le disgregazioni in atto e rafforzare l’azione collettiva.

Buon riposo a tutti, ricarichiamoci e pronti di nuovo a settembre per sognare,  un po’ più insieme.

#Working4SocialChange

Marco Crescenzi- Presidente della Social Change School

 

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